Sulla aggregazione di tutte le Associazioni Venatorie riconosciute non calza la favola de “il lupo e l’agnello” - (28/06/2013)
Per rendere sempre più forte e rappresentativo il mondo della caccia di fronte alle Autorità politiche e amministrative tutti concordiamo nella aggregazione di tutte le Associazioni Venatorie riconosciute. Ma sul modo di giungere a tale aggregazione sembra non vi sia unanimità di consensi.
Sono affiorate su un “blog” frasi ingiuriose o comunque scalmanate contro la dirigenza dell’Enalcaccia che mirerebbe ad una “smania di potere” e ad un “attaccamento alla poltrona” che la indurrebbero a mantenere disgregato l’attuale plurimo associazionismo venatorio.
Chi ha qualche reminiscenza scolastica, ricorderà la celebre favola di Fedro “il lupo e l’agnello”: un lupo, volendosi divorare un agnello, visto alla fonte per abbeverarsi, adduceva pretesti inesistenti per fingere di agire bene. Così gli disse: “perché inquini l’acqua che io sto bevendo?” Rispose l’agnello: “per la verità tu ti trovi sopra di me, quindi l’acqua giunge a me dopo che è passata dalle tue labbra”. Ed il lupo: “ah, è così? Ma dieci giorni fa eri tu che mi inquinavi l’acqua!” Risposta dell’agnello: “Invero non potevo essere io, perché dieci giorni fa non ero ancora nato”. Infuriato il lupo concluse: “Ebbene sarà stato tuo padre” e così dicendo lo inghiottì. Ma l’Enalcaccia non è un agnellino e non si lascia inghiottire. E’ allora il caso di chiarire la sua posizione rispetto alla propaganda di chi la vuole far apparire scissionista.
Basterà al riguardo leggere con un pizzico di attenzione quanto il nostro Presidente Nazionale ha scritto nella rubrica “il punto” dell’ultimo numero di Caccia e Natura distribuito prima della recente Assemblea Nazionale di Tivoli.