Politica Venatoria

Politica Venatoria (158)

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Non c'è due senza tre... ma c'è poco da esultare - (16/09/2019)
 
 
È venuto il momento di agire in prima persona per la gestione del territorio, non solo di sperare nelle sentenze dei tribunali altrimenti in nostro destino è segnato...

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Articolo dal periodico "Mese di Caccia" | Visualizza

 
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EnalCaccia Nazionale Regione Umbria



CALENDARIO VENATORIO DELL'UMBRIA - (13//09/2019)



Pubblichiamo il Calendario Venatorio dell'Umbria per gli anni 2019-2020.

Calendario Venatorio 2019-2020 | Visualizza


EnalCaccia-Nazionale Regione Liguria


CACCIA, REGIONE LIGURIA, APPROVATO NUOVO CALENDARIO VENATORIO: APERTURA IL 18 SETTEMBRE E CHIUSURA IL 10 FEBBRAIO 2017 - (04/05/2016)




GENOVA. Aprirà domenica 18 settembre in Liguria con la caccia al cinghiale, nelle zone consentite, e si chiuderà il 10 febbraio 2017 il calendario venatorio approvato dalla giunta regionale, su proposta dell'assessore regionale alla Caccia Stefano Mai".

Il provvedimento, che ha ottenuto parere favorevole dalla commissione consiliare competente, regolamenta l'attività venatoria su tutto il territorio regionale, indica le specie di fauna selvatica che possono essere prelevate, in quali periodi, il carniere giornaliero e stagionale relativo alle varie specie, la caccia collettiva al cinghiale e la caccia di selezione agli ungulati – capriolo, daino, camoscio -. “Da una corretta gestione del prelievo venatorio e da una caccia consapevole possono derivare concreti benefici anche alle attività agricole fortemente penalizzate dai danni della fauna selvatica” ha spiegato l'assessore Mai..

Tra le principali novità contenute nel provvedimento: l’avvio dell’addestramento cani a partire da lunedì 22 agosto fino alla seconda domenica di settembre, l’apertura generale di tutte le forme di caccia da domenica 18 settembre – a esclusione del fagiano di monte volpe e Porciglione che partirà dal 1° ottobre e moretta dal 1° novembre -.

Le chiusure sono previste per il: 31 ottobre per quaglia e tortora, 30 novembre per lepre e starna rossa, il 31 dicembre per il merlo e allodola, il 20 gennaio per la beccaccia e cesena, 31 gennaio per il fagiano (piani di prelievo), anatidi, rallidi e turdidi, 10 febbraio per colombaccio e corvidi – che saranno sospesi dal 1 al 10 gennaio.

ATC Viterbo 1 Regione Lazio
 
 
 
 
Termini iscrizione cacciatori all'ATC VT1
 

Comunicato del 12/02/2015 | Visualizza

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 Presenza di lupi in Italia - (30/12/2104)
 
 
 
 
 
PUBBLICHIAMO PER ESTRATTO LA PARTE FINALE DEL DOCUMENTO WILDERNESS EMANATO DOPO IL RECENTE CONVEGNO SUL LUPO
 
 
Sull’ormai eccessiva presenza di lupi in Italia è recente una stessa dichiarazione del massimo esperto della specie, il Prof. Luigi Boitani, il quale ha sostenuto (l’intervista è ancora visionabile in Internet) che bisogna rassegnarsi all’idea che prima o poi si dovrà intervenire per ridurne il numero; unico modo per ridurre i danni che essi arrecano. Sistema, peraltro, adottato in TUTTO il mondo: l’Italia è l’unico Paese in cui ci si ostina a non autorizzare la riduzione del numero dei lupi per ridurre il numero dei danni agli armenti domestici (danni che non si vogliono pagare!). O siamo i più intelligenti e saggi o siamo i più fessi o, forse, solo i soliti… più furbi! Il Lupo è cacciato o ridotto di numero in Svizzera, Francia, Spagna, Finlandia, Svezia, Norvegia, USA (Alaska compresa), Canada, Russia. E non per sterminarlo, ma solo per far si che le sue popolazioni sopravvivano senza che la società debba subire danni economici che essa non può sostenere.

Per concludere, la Regione Liguria, che non ha pensato di organizzare un “Progetto” quando, quindici anni fa, il problema cominciò a presentarsi (per capire, allora da dove arrivassero quei primi lupi), meglio avrebbe fatto a definire l’iniziativa “Problema Lupo in Liguria” e non già “Progetto”, in quanto oggi quello che serve è stabilire quanti esemplari abbatterne ed eventualmente dove proteggerlo, lasciando perdere gli studi di biologia, ormai ripetitivi di troppi inutili ricerche ed analisi che se hanno dato stipendi ai ricercatori (ecco il perché del “Progetto”, che in quanto tale presuppone l’arrivo di finanziamenti, magari europei!) non hanno risolto il problema dei danni del lupo agli allevatori (e presto anche ai proprietari di cani – pastori, escursionisti, cacciatori, tartufai –, vista l’abitudine crescente del lupo, in tutta Italia, di predare questi animali), per risarcire i quali i soldi non si trovano mai: ovverosia, sempre dominante la cultura animalista cittadina dei benestanti su quella proletaria rurale che pure è la fonte di tante risorse alimentari consumate da chi, da cittadino, ha dimenticato l’antico rapporto con la terra!

Franco Zunino
        SEGRETARIO GENERALE AIW 
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