Modena: Via libera al calendario ittico provinciale - (22/03/2013)

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Modena: Via libera al calendario ittico provinciale - (22/03/2013)

Procedure più snelle, più tutele della fauna ittica, oltre a una nuova regolamentazione e suddivisione a livello provinciale delle aree di pesca e l'introduzione di un contributo annuale di otto euro per i pescatori che sarà investito nelle attività di ripopolamento dei fiumi.

Sono solo alcune della principali novità del calendario ittico 2013 approvato, martedì 19 marzo, dalla Giunta provinciale e che entrerà in vigore del 31 marzo, giornata di apertura della pesca in montagna (in pianura e collina è aperta tutto l'anno) con il coinvolgimento di quasi novemila pescatori attivi nel modenese.
 
«Prosegue un percorso - sottolinea Giandomenico Tomei, assessore provinciale alle Politiche faunistiche - iniziato da alcuni anni per lo snellimento delle procedure ma soprattutto per migliorare lo svolgimento della pesca sul nostro territorio, a partire dalla necessità di tutelare le specie a rischio e la qualità della fauna ittica, attività che hanno però dei costi rilevanti. Per questo chiediamo ai pescatori un piccolo contributo economico, peraltro condiviso dalle associazioni e dalla commissione ittica provinciale che abbiamo incontrato nella fase di definizione del calendario.

Questo contributo - chiarisce Tomei - sarà utilizzato totalmente per le politiche di ripopolamento e i bilanci saranno pubblicati annualmente affinché ogni pescatore possa verificare le attività di tutela della fauna ittica e valorizzazione della pesca finanziate con il contributo».

In base al nuovo calendario, il territorio modenese viene suddiviso in cinque zone di pesca. Ogni pescatore potrà sceglierne una con un contributo di otto euro alla Provincia che sale a 15 euro se si intende andare a pesca in tutte le zone. Ogni anno, inoltre, per i pescatori (esclusi gli over 65) è prevista una quota di 22,72 euro e la relativa ricevuta di tale pagamento sostituisce la licenza abolita dalla legge regionale (il cui costo era di circa 50 euro più la quota di 22,72 confermata).

Tra le altre novità spiccano l'apertura di nuovi tratti con cattura "trofeo" dove cioè è consentito pescare solo esemplari di notevole taglia, allo scopo di migliorare la qualità della fauna ittica (come il nuovo tratto lungo circa cinque chilometri del torrente Leo a Fanano dove si potranno pescare trote esclusivamente di lunghezza minima di 25 centimetri), l'obbligo di pescare nelle acque di montagna con amo privo di ardiglione al fine di rendere meno invasivo slamare i pesci di piccola taglia per i quali c'è l'obbligo del rilascio.

Il calendario indica, inoltre, periodi e giornate di apertura della pesca, elenca tutte le specie a rischio per le quali sono previste forti limitazioni alla cattura, contiene la cartografia con i divieti, le zone a regolamentazione speciale, come il no kill, e i campi di gara.

La pesca nelle acque di pianura è consentita tutto l'anno, mentre in montagna parte da domenica 31 marzo al 6 ottobre con possibilità di pescare anche al martedì, mercoledì e venerdì.

Confermati il divieto di pesca in tutti i corsi d'acqua e bacini all'interno della Riserva di Sassoguidano a Pavullo e delle Salse di Nirano a Fiorano, la regolamentazione della pesca alla carpa che obbliga i pescatori a rilasciare gli esemplari superiori agli otto chili e la possibilità di effettuare la pesca in movimento utilizzando apposite ciambelle galleggianti, chiamate "belly boat", ma solo in modalità no kill (rilasciando immediatamente la preda).

Nel provvedimento della Provincia, inoltre, sono elencate tutte le specie a rischio per le quali sono previste forti limitazioni alla cattura.

Tutta la cartografia con i divieti, le zone a regolamentazione speciale, come il no kill, e i campi di gara saranno disponibili sul sito www.provincia.modena.it.

NEL CALENDARIO LE SPECIE DA TUTELARE: BARBO E LASCA VIETATI, LIMITI PER TINCA E LUCCIO

Il calendario ittico provinciale conferma l'elenco delle specie considerate a rischio estinzione o da tutelare non pescabili e per le quali sono previsti forti limitazioni alla pesca.

Tra le specie assolutamente non pescabili in tutti i corsi d'acqua figurano il barbo canino, il gobione, lo spinarello, il panzarolo e la lasca (novità di da quest'anno). Vietato anche catturare le rane di qualunque specie, ad eccezione della rana toro, mentre per il gambero di fiume il divieto vale per alcune categorie di acque.

Sono pescabili, ma solo per alcuni periodi, il vairone e il luccio anche con limitazioni sui capi. Previsti limiti anche più severi rispetto al calendario regionale sulla lunghezza dei capi per cavedano, barbo comune e tinca, mentre per le carpa di peso superiore agli otto chilogrammi è previsto l'obbligo di rilascio immediato.

Nel calendario provinciale sono previste anche le disposizioni per la pesca notturna alla carpa con la tecnica del "carp fishing" in acque autorizzate e con limitazioni e con obbligo di rilascio.

Sempre per garantire una migliore conservazione delle biodiversità, il calendario individua le zone di ripopolamento e frega e le zone di protezione nelle quali la pesca è vietata (ma sono consentite attività di ripopolamento e cattura) e le zone di protezione integrale dove sono vietate tutte le attività. Poi ci sono le zone a regime speciale, dove la pesca viene regolamentata secondo modalità specifiche a seconda delle caratteristiche dell'area.

I CENTRI ITTICI A FRASSINORO E FANANO PER RIPOPOLARE CON LA TROTA I TORRENTI DI MONTAGNA

Oltre 800 mila avannotti di trota fario sono immessi ogni anno nei corsi d'acqua di montagna grazie all'attività dei due centri di riproduzione della Provincia situati a Frassinoro e a Fanano.

«L'obiettivo - spiega Giandomenico Tomei, assessore provinciale alle Politiche faunistiche - è salvaguardare una specie pregiata, in forte calo negli ultimi decenni nei corsi d'acqua modenesi, immettendo trote del ceppo autoctono di maggior pregio che meglio si adatta all'habitat naturale dei nostri torrenti».

Il centro di Fanano è gestito in collaborazione con il Parco del Frignano e agli esperti dell'Apas (l'associazione pesca a attività subacquee) di Modena. A loro spetta di seguire il complesso percorso di riproduzione delle trote: dalla "spremitura" delle uova, alla fecondazione fino alla schiusa.

Le trotelle appena nate trascorrono circa due mesi nelle vasche del centro per l'accrescimento prima di venire liberate, alcune a giugno, allo stadio di trotella 4-6 cm di età altre vengono trasferite in vasche di accrescimento e liberate al secondo anno, quando hanno raggiunto una lunghezza dai nove ai 12 centimetri. Una volta immesse nei torrenti non potranno essere pescate per un altro anno: per legge, infatti, è consentito catturare solo esemplari superiori ai 22 centimetri di lunghezza.

Il centro di Fanano svolge anche una intensa attività didattica con visite guidate delle scuole in particolare in primavera nel periodo della schiusa delle uova. Un'occasione per tanti ragazzi di scoprire i segreti di pesce diventato il simbolo dell'habitat naturale dei corsi d'acqua di montagna.