Il Tar boccia il regolamento per la caccia agli ungulati in provincia di Como - (23/05//2013)
Con sentenza n. 1284 del 16 maggio scorso il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia ha annullato, su ricorso della Lega Abolizione Caccia, la deliberazione della Giunta Provinciale di Como n. 123 del 17/5/2012 relativa al Regolamento per la caccia agli ungulati in Provincia di Como e per la caccia al cinghiale nei comprensori alpini.
La Lac, assistita dagli avvocati Lorenzo Platania e Claudio Linzola, ha riconosciuto fondate le ragioni dell'associazione ricorrente, stabilendo in particolare che: non spettava alla giunta, bensì al consiglio provinciale, adottare provvedimenti di natura regolamentare; violava la legge venatoria statale 157/92 la possibilità, concessa dalla Provincia, di consentire l'abbattimento e il recupero degli ungulati precedentemente feriti, se effettuato nelle giornate di "silenzio venatorio" (martedì e venerdì) e nelle zone di divieto di caccia.
Inoltre i giudici amministrativi hanno ribadito che, se l'ente locale non ottempera al parere dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) in merito all'opportunità di utilizzare per queste cacce munizioni atossiche con proiettivi privi di piombo, al fine di evitare la contaminazione delle carni sia per l'uomo che le consuma, sia per i predatori che possono cibarsi delle parti eviscerate delle prede lasciate nei boschi, deve fornire adeguata motivazione, cosa che la Provincia di Como ha omesso di fare.
"Continueremo, come sempre, a monitorare tutti gli atti amministrativi in materia venatoria emessi in Regione Lombardia, per prevenire e contrastare le forzature degli enti locali" ha dichiarato Graziella Zavalloni, segretaria nazionale della Lac.