IN MERITO AI LUPI IN ALTA VAL TANARO - (14/03/2013)
Sulla segnalazione di un avvenuto avvistamento ravvicinato (soli 7 metri!) di 5 "grossi" lupi in alta Val Tanaro nei pressi di un'abitazione del paese di Ormea (Cuneo) e la solita smentita sulla loro potenziale pericolosità fatta da alcuni "esperti", più per dovere che per verità.
I giornali non devono fare scandalismo, ma certe verità è bene che si sappiano anche se sono scomode e, magari, politicamente scorrette.
Mi riferisco alla notizia apparsa sull'ultimo numero del Monregalese in merito all'avvistamente di lupi in alta Val Tanaro. Innanzi tutto per l'ennesima volta tengo a precisare che questi lupi "alpini" o "piemontesi" non provengono affatto dalla popolazione appenninica (ed originaria) formata da esemplari molto più schivi ed anche di taglia minore. Ormai è notorio come la popolazione di lupi che vive a cavallo tra Francia ed Italia, hanno origini francesi, e non appartengono alla popolazione appenninica. Ma è bene che si sappiano anche altre cose.
Innanzi tutto non è vero che vi sia mai stato alcun caso di aggressione a persone: vi fu un caso storicamente provato in Spagna, negli anni '70 od '80 del secolo scorso (se non ricordo male, un'aggressione ad un bambino, che sarebbe anche stato ucciso). Ma soprattutto c'è il caso dimostrato anche da una Commissione d'inchiesta del Parlamento francese della quale fui uno dei testi italiani, di un aggressione ad un pastore avvenuta alcuni anni fa su quel versante, fortunamente conclusasi senza danni . Poi c'è l'unico fatto italiano di cui si è avuta notizia, avvenuto negli anni '60 del secolo scorso in Abruzzo, la cui testimonianza fu raccolta negli anni '70 (od '80) dal sottoscritto e da un noto giornalista del settimanle Epoca, quando una lupa aggredì un cantoniere stradale che aveva ucciso o ferito uno dei suoi cuccioli.
C'è da tenere presente che un branco di lupi non è pericoloso fino a quando il branco è formanto da pochi individi ed in situazioni non particolari (affamati o messi in difficoltà), ma tale rischio esiste qualora il branco sia formato da numerosi individui, che la persona coinvolta sia debole (bambinbo od anziano) ed in situazioni di difficoltà. Proprio l'altro giorno ho saputo dell'avvistamento di un branco di ben 16 lupi all'inseguimento di un gruppo di cinghiali nel Parco Nazionale d'Abruzzo: ecco, un tale incontro potrebbe portare anche ad un aggressione verso l'uomo, specie se trattasi di lupi avvezzi alla vicinanza dell'uomo come pare siano questi lupi "alpini", presumibilmente tutti originatisi da animali allevati in cattività e poi liberati. Non è negando questi fatti che si protegge maggiormente il Lupo. L'animale va fatto accettare per quello che è: in grado di fare danni agli allevatori e, sia pure in casi estremi e rari, anche all'uomo.
Questo per la verità, e per quanto scomodo possa essere scriverla. Il numero dei lupi è in espansione in tutta Italia, sia quelli della popolazione originaria appenninica, sia quelli della popolazione a cavallo tra Francia ed Italia. I danni da loro inferti sono di conseguenza in aumento esponenziale, ragion per cui la loro presenza andrebe monitorata ed il loro numero mantenuto basso, come sta avvenendo in Francia (dove l'abbattimento dei lupi è stato autorizzato da quelle autorità, anche con un voto al Parlamento ed anche in un Parco Nazionale) ed in altri Paesi europei ed americani.
Non si difende una specie animale, sostenendone sempre e comunque la sua protezione. Vi sono momenti in cui è l'uomo che deve intervenire per riequilibrare situazioni che l'uomo stesso ha creato o favorito.
Franco Zunino
Segretario Generale dell'AIW