Boom di cinghiali e caprioli dal Senese ad alcune zone della Val di Chiana - (04/03/2013)
In tutto il territorio gli animali selvatici stanno devastando i terreni seminati
E' ancora allarme ungulati per l'agricoltura senese. Presenze eccessive di cinghiali e caprioli - denuncia la Cia Siena - che in queste settimane stanno danneggiando il territorio: dalle aree del Chianti alla Montagnola senese, dalla Val d'Arbia alla Val d'Orcia fino ad alcune zone della Val di Chiana cresce l'esasperazione degli agricoltori per la sempre più visibile presenza di ungulati che danneggiano i terreni seminati o in procinto di esserlo.
«Nonostante gli sforzi compiuti sul finire della stagione di caccia nella quale in molte aree del territorio sonno stati abbattuti numerosi capi - sottolinea Luca Marcucci, presidente Cia Siena -, sono diversi i focolai di allarme dove gli agricoltori continuano a segnalare una preoccupante presenza di cinghiali e caprioli. Alla luce di queste considerazioni il mondo agricolo che la Cia di Siena rappresenta, chiede alla Politica ed agli organi istituzionali competenti, una modifica alle normative della legge quadro nazionale e della legge regionale che regolano la pianificazione e la gestione del territorio in modo da tutelare il diritto degli agricoltori a fare impresa in modo moderno e competitivo e allo stesso tempo consentendo agli stessi di essere parte fondamentale nel ruolo di custodi della biodiversità nei territori in cui operano e vivono insieme alle loro famiglie».
Questo diffuso e crescente allarme - dice la Cia senese - incide fortemente sullo stato di forte incertezza dovuto all'andamento dell'annata agraria, al ritardo delle semine autunno-vernine e sulle prossime lavorazioni agricole a causa delle forti avversità meterologiche, appesantendo oltremodo la situazione di disagio delle imprese agricole. «E' necessario avviare subito un deciso intervento volto alla riduzione di una così forte presenza di cinghiali sul nostro territorio - spiega il responsabile politiche venatorie della Cia Siena, Fabio Tiberini - e allo stesso tempo è altrettanto necessario adottare tutte quelle misure che garantiscono l'utilizzo di strumenti adeguati al controllo e alla riduzione dei cervidi, specialmente caprioli, il cui numero rischia di esplodere in considerazione dei crescenti vincoli , lacci e laccioli di cui è ostaggio il prelievo selettivo di questa specie».
Il perimetro della "gestione conservativa" che regola tutte le fasi della gestione delle attività faunistico-venatorie fortemente voluto e perseguito da alcune componenti del mondo ambientalista e venatorio, non risulta essere più idoneo a garantire l'equilibrio ambientale e naturale - conclude la Cia Siena - nonché la necessaria sostenibilità soprattutto in relazione alla natura reale e alla forte caratterizzazione del territorio senese.