Atc 3 Terni–Orvieto: danno erariale di 1,2 milioni - (09/10/2013)

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Atc 3 Terni–Orvieto: danno erariale di 1,2 milioni - (09/10/2013)

Rimborsi, regali di Natale e assunzioni ingiustificate, bufera nella caccia ternana Indagate 49 persone dell'Atc3
Indagine della Guardia di finanza per conto della Corte dei Conti, stimato un danno erariale di un milione e 200 mila euro

Sotto la lente degli investigatori del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Terni sono finiti 49 soggetti, fra presidente e vari componenti del comitato di gestione dell’associazione Ambito territoriale di caccia 3. Avrebbero causato un danno erariale quantificato in 1.200.000 euro.

Ad essere contestate alla Procura regionale della Corte dei Conti di Perugia una serie di irregolarità poste in essere dall’Atc3 Terni - Orvieto, una Associazione deputata alla gestione della caccia sul territorio provinciale e finanziata, prevalentemente, con contributi Regionali e Provinciali.
 
Di varia natura, stando al comunicato delle Fiamme gialle, le irregolarità riscontrate fra il 2007 ed il 2011: dalle spese per 600.000 euro, "indebitamente" sostenute per assumere personale con contratti a tempo indeterminato - in palese violazione al regolamento regionale - alla nomina di 4 consulenti esterni (nonostante la normativa regionale preveda la possibilità di nominare uno solo) assunti con contratti di collaborazione o a progetto che si rinnovavano tacitamente, come fossero, di fatto, dipendenti a tempo indeterminato ed erogando, in tal modo, a loro vantaggio compensi per un totale di circa 450.000 euro; ed ancora, essersi l’associazione "arbitrariamente" avvalsa, per il raggiungimento dei propri scopi, dell’opera di un'altra associazione di volontariato, appositamente creata per sostenere spese finanziate dalle casse della stessa Atc3 e creando, in tal modo, "una ingiustificata quanto inutile duplicazione di costi pari a circa 120.000 euro".

"Per non considerare i rimborsi richiesti dal presidente dell’Atc3 per spese di viaggio, che non hanno trovato giustificazione in alcun tipo di documentazione o altre risorse finanziarie utilizzate per rimborso delle spese di gestione non inerenti all’attività dell’associazione, specie sotto il periodo natalizio, quando con evidente generosità venivano effettuati, con soldi pubblici, spese per regali di natale, acquisti di profumi vari, strenne natalizie, ricariche telefoniche e simili", si legge ancora nel comunicato

Un presunto ingente ed ingiustificato sperpero di denaro pubblico, insomma, venuto alla luce tramite lunghe indagini che hanno evidenziato condotte non in linea con i principi di sana e corretta gestione amministrativa e per le quali viene oggi richiesto un rimborso a vantaggio delle casse dello Stato.