Pisa: nuovo piano faunistico "Limiteremo l'uso dei capanni" - (30/09/2013)
L'assessore Giacomo Sanavio: «Si tratta di uno strumento gestionale ispirato a un forte pragmatismo»
Pontedera, 28 settembre 2013 - Varato il nuovo Piano faunistico-venatorio (Pfvp 2012-15). Il documento programmatorio di settore per i prossimi 3 anni sul territorio pisano è stato approvato dal consiglio provinciale: il testo — leggermente modificato (rispetto alla versione iniziale adottata nel marzo scorso) sulla scorta delle osservazioni avanzate da enti, associazioni e privati — viene così presentato dall’assessore Giacomo Sanavio: «Si tratta di uno strumento gestionale ispirato a un forte pragmatismo».
Elaborato da un nucleo di progettazione formato da addetti della Provincia (di vari settori), coordinati dal responsabile dell’Ufficio difesa fauna, in stretta collaborazione con i tecnici degli Atc (Ambiti territoriali di caccia), il Piano si fonda su una puntuale analisi della situazione, individuandone le criticità e fissando gli indirizzi operativi funzionali a risolverle: con l’introduzione di elementi di forte innovatività.
«Alla base — riprende Sanavio — alcuni precisi obiettivi: salvaguardia dei territori rurali, sostenibilità del prelievo venatorio, gestione sociale, prevenzione del conflitto con il settore agricolo». Tra i contenuti del documento (consultabile sul sito www.provincia.pisa.it, area tematica “Forestazione e difesa fauna”, sezione “difesa fauna”, pagina interna “caccia”), alcuni spiccano per rilievo e interesse, evidenziando appunto le accennate criticità. Tra esse la densità talora eccessiva di alcune tipologie di appostamenti fissi (i “capanni”, passati da 1.250 circa nel 1996 a oltre 2.000 quest’anno).
E, sempre in tema di andamenti, quello relativo ai danni da ungulati selvatici (cinghiale, in misura largamente preponderante) alle colture: scesi dai 201.517 euro del 2001 ai 47.645 del 2010, ma con una leggera risalita nel 2011 (quota 72.576 euro) che si intende disinnescare subito (negli ultimi mesi infatti l’allarme dei coltivatori, soprattutto in Valdicecina è tornato alla ribalta).
Quanto alle soluzioni operative, punto di partenza (e prima sostanziale novità) è la suddivisione della provincia in dieci Aree di programma (Adp) omogenee per caratteristiche ambientali, sociali e faunistiche: Litorale, Pisana, Monti Pisani, Colline, Santa Luce, Basso Cecina, Cerbaie, Valdera, Volterrana, Pomarancina.