Libertà di pensiero - (06/03/2014)

EnalCaccia-Nazionale
 
 
 
 
 
 
 
Riceviamo la nota che segue, con preghiera di pubblicazione, dal nostro dirigente e amico Giacomo Cretti. Il tono squisitamente giornalistico dello scritto potrà da ciascun lettore essere interpretato più o meno da “cacciatore” o da “filosofo”. Noi ci limitiamo a dire “maxima debetur viro reverentia”, cioè ci inchiniamo alla richiesta (di pubblicazione) dell’illustre personaggio!

Quanto al contenuto dell’articolo, peraltro già apparso come Editoriale sul numero “Sentieri di Caccia” del mese di marzo, esprimiamo il seguente avviso: “nautrae suae quinque semina sequitur”, vale a dire che ciascuno ha un proprio modo di pensare.

Tarullo – Presidenza Nazionale
 
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Libertà di pensiero - (06/03/2014)

“Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere”. Voltaire

Insieme a tanti uomini di buona volontà ho fatto di questa frase la mia regola di vita, a volte soffrendo, perché le idee dell’altro mi sembravano sbagliate. Mi sono applicato alla regola della ragione degli altri, e sono cresciuto all’ombra della libertà di pensiero, pensando che nella diversità c’è ricchezza.

Ma al tempo stesso ho lottato contro gli abusi e la prepotenza, contro la prevaricazione e la dittatura di pensiero e non per questo mi sento migliore. 

La caccia mi ha insegnato le regole della natura della quale tutti siamo figli. Ho imparato ad amarla, rispettarla e qualche volta senza presunzione aiutarla, con la selezione. 

Queste regole di vita le condivido con tanti amici cacciatori, uomini veri cresciuti nella complessa semplicità del ritmo delle stagioni. Gente a volte sanguigna, mai prepotente e spesso infantile. 

Certamente tra noi c’è qualche mela marcia, che tutti ci affrettiamo a riportare all’ordine o nella peggiore delle ipotesi ad isolare. 
 
Per carità non significa farsi giustizia da soli, perché la caccia è un’emozione e una passione, che hai o non hai. E chi si crede cacciatore senza provar questi sentimenti nel rispetto, non lo è, punto!

Al contrario Hitler era animalista. Milioni di persone morivano nei lager e lui, nella sua follia, si preoccupava di far sopprimere dolcemente la sua lupa Blondi, un attimo prima di suicidarsi nel bunker con Eva Braun. In un momento tremendo per l’intera umanità, il furher si preoccupava del suo cane, ancor prima che della sua gente.

Alcuni giorni fa ho letto un comunicato di un’associazione animalista che attaccava uno spot di una casa automobilistica svedese, che ha per protagonista il giocatore Zlatan Ibrahimovic. Fatevelo dire da uno che se ne intende, lo spot è montato bene, utilizza immagini di grande suggestione supportate da una tema musicale che ne esalta il ritmo. 

Ibrahimovic  insegue una preda, un’emozione o una ragione di vita e quando la raggiunge non spara perché è già sua. Così come la ricerca , o se preferite la caccia, è uno stato mentale e non importa quale sia l’oggetto della ricerca, perché se l’hai dentro di te non hai sempre bisogno di prenderla.

Gli animalisti hanno attaccato lo spot perché mostra un cacciatore buono, o meglio normale. Un uomo che vive la famiglia, lo sport e la passione con la stessa intensità.

Ma questo non può star bene a chi si prodiga per dare un’immagine negativa dell’avversario. Il nemico non può essere buono e basta! Guai a chi si permette di affermare il contrario, anche se ciò che afferma è nel suo diritto di uomo libero. La casa automobilistica svedese non può avere una sua opinione, conta solo la loro, alla faccia della democrazia. I cacciatori devono sparire, forse morire e chi li difende, o semplicemente li mostra, deve essere boicottato.

Se la buttiamo sullo scherzo, possiamo prevedere che le prossime battaglie animaliste saranno improntate al divieto del termine “cacciatorino” per il salame, alla chiusura dei ristoranti “Il cacciatore” ed infine ad una petizione affinché venga considerata malata di mente la nonna di Cappuccetto Rosso per aver espresso gratitudine nei confronti del cacciatore che l’ha salvata dal lupo.

Se al contrario vogliamo restare seri, ci dobbiamo ricordare che Adolf Hitler era animalista e che milioni di anime belle non la pensavano come lui.

                                                                                       Giacomo Cretti