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PROGETTI PER AMBIENTE, LEGALITA’, LAVORO - (27/01/2015)

 
 
Mercoledì 21 Gennaio 2015, nella “Sala del Cenacolo” presso la Camera dei Deputati, su iniziativa promossa da Federparchi - Europarc Italia, le Università degli Studi di Milano, Napoli, Pollenzo e Urbino, alcune Associazioni Venatorie e CNCN, con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, ha avuto luogo la presentazione di cinque progetti per una nuova qualità della vita aventi specifiche caratteristiche influenti su “Ambiente, Legalità, Lavoro”.
Oltre le rappresentanze istituzionali si è avuta la presenza di docenti universitari, dei rappresentanti delle Associazioni Venatorie Nazionali e di quelle Ambientaliste, e di molte altre categorie. Grave l’assenza del Ministro dell’Agricoltura.

Maurizio Zipponi, quale coordinatore del Gruppo di Lavoro, introducendo le relazioni programmate a seguire, ha sottolineato la necessità di una collaborazione tra agricoltori-ambientalisti-cacciatori, quale rapporto indispensabile tra “componenti ambientali” per realizzare progetti riguardanti patrimoni naturali.
Ha proposto di mettere insieme e porre in essere attività tra il Ministero dell’Ambiente ed il Ministero dello Sviluppo Economico, ritenendo sussistere ampia compatibilità ambientale con l’attività venatoria, anche con finalità di sviluppo economico. Necessita infatti dare valore economico alla fauna.
Concludendo il suo intervento, ha auspicato che dopo venti anni di contrasti occorre collaborare e che non si può andare avanti da soli, definendo altresì i cacciatori “sentinelle del territorio”.

Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha esordito con l’invito ad essere “tutti uniti” in quanto non ci possiamo permettere di avere nemici.
Ha quindi affermato che i cacciatori, anche con riferimento alle tematiche progettuali, possono avere un ruolo importante. Occorre cambiare quel “concetto” che si ha del Ministero dell’Ambiente, così come la cultura ambientalista del “NO” deve cambiare del tutto.
Ha condiviso la proposta di collaborazione tra il Ministero dell’Ambiente  e quello dello Sviluppo Economico, auspicando un rapporto solido non solo fra i due Ministeri ma anche con le Associazioni ed Imprese interessate.
Il Ministro Galletti ha infine annunciato di voler inserire i “temi ambientali” nelle scuole, quale progetto principale per fare rispettare l’ambiente.
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Pubblichiamo di seguito la decisione del Consiglio dei Ministri con la quale da oggi è vietata la caccia a: Tordo bottaccio, Cesena e Beccaccia in tutto il territorio nazionale.

La decisione, invero autoritaria, è stata presa senza una previa consultazione con le parti sociali interessate e cede alla pressione degli ambientalisti che sistematicamente utilizzano ogni mezzo per combattere la caccia.   L’autoritarismo deriva dall’utilizzo dell’art. 8 della Legge n. 131/2003 (potere sostitutivo) che nel caso di specie andava diversamente valutato, tenuto conto che i calendari venatori vengono emanati in ossequio alla normativa prevista dalla Legge 157/92 e tenuto altresì conto “delle competenze in materia di caccia”.
 
 
BLOCCO ALLA CACCIA DI ALCUNE SPECIE DI UCCELLI SELVATICI - (20/01/2015)

Da oggi non sarà più possibile cacciare il tordo bottaccio, la cesena e la beccaccia in tutto il territorio nazionale. La Commissione europea ha infatti contestato la violazione della direttiva 2009/147/CE in materia di conservazione degli uccelli selvatici, che vieta la caccia nei periodi di nidificazione e riproduzione. Tenuto conto che già nella seconda decade di gennaio è in corso la cosiddetta “migrazione pre-nuziale” che precede la nidificazione e considerato che in numerose regioni italiane risulta a tutt’oggi possibile cacciare queste specie migratrici fino al 31 gennaio, il Ministero dell’ambiente ha già da tempo sollecitato le regioni ad adeguarsi i tempi richiesti dall’Unione europea ma non tutte le regioni hanno dato seguito al sollecito. Per questo motivo , su proposta del Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, il Consiglio dei Ministri ha deliberato l’esercizio del potere sostitutivo previsto dall’articolo 8, comma 4, della legge 5 giugno 2003, n. 131, nei confronti delle regioni Liguria, Toscana, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Marche, disponendo la modifica del calendario venatorio e la chiusura della caccia per le specie tordo bottaccio, cesena e beccaccia a partire dal 20 gennaio 2015. 

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Lettera aperta alla LIPU - (16/01/2015)

CONTRIBUTO AL DIBATTITO SULLA CACCIA.

Lettera aperta alla LIPU - (16/01/2015) | Visualizza

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Legge
 
 
PROROGA IN MATERIA DI PESCA SPORTIVA E RICREATIVA (08/01/2015)
 
 
 
Riceviamo e pubblichiamo il Decreto di proroga in materia di pesca sportiva e ricreativa del 22 dicembre 2014 la validità dei certificati in scadenza è stata prorogata al 31 dicembre del 2015.

Decreto Ministeriale - (22/12/2014) | Visualizza

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 Presenza di lupi in Italia - (30/12/2104)
 
 
 
 
 
PUBBLICHIAMO PER ESTRATTO LA PARTE FINALE DEL DOCUMENTO WILDERNESS EMANATO DOPO IL RECENTE CONVEGNO SUL LUPO
 
 
Sull’ormai eccessiva presenza di lupi in Italia è recente una stessa dichiarazione del massimo esperto della specie, il Prof. Luigi Boitani, il quale ha sostenuto (l’intervista è ancora visionabile in Internet) che bisogna rassegnarsi all’idea che prima o poi si dovrà intervenire per ridurne il numero; unico modo per ridurre i danni che essi arrecano. Sistema, peraltro, adottato in TUTTO il mondo: l’Italia è l’unico Paese in cui ci si ostina a non autorizzare la riduzione del numero dei lupi per ridurre il numero dei danni agli armenti domestici (danni che non si vogliono pagare!). O siamo i più intelligenti e saggi o siamo i più fessi o, forse, solo i soliti… più furbi! Il Lupo è cacciato o ridotto di numero in Svizzera, Francia, Spagna, Finlandia, Svezia, Norvegia, USA (Alaska compresa), Canada, Russia. E non per sterminarlo, ma solo per far si che le sue popolazioni sopravvivano senza che la società debba subire danni economici che essa non può sostenere.

Per concludere, la Regione Liguria, che non ha pensato di organizzare un “Progetto” quando, quindici anni fa, il problema cominciò a presentarsi (per capire, allora da dove arrivassero quei primi lupi), meglio avrebbe fatto a definire l’iniziativa “Problema Lupo in Liguria” e non già “Progetto”, in quanto oggi quello che serve è stabilire quanti esemplari abbatterne ed eventualmente dove proteggerlo, lasciando perdere gli studi di biologia, ormai ripetitivi di troppi inutili ricerche ed analisi che se hanno dato stipendi ai ricercatori (ecco il perché del “Progetto”, che in quanto tale presuppone l’arrivo di finanziamenti, magari europei!) non hanno risolto il problema dei danni del lupo agli allevatori (e presto anche ai proprietari di cani – pastori, escursionisti, cacciatori, tartufai –, vista l’abitudine crescente del lupo, in tutta Italia, di predare questi animali), per risarcire i quali i soldi non si trovano mai: ovverosia, sempre dominante la cultura animalista cittadina dei benestanti su quella proletaria rurale che pure è la fonte di tante risorse alimentari consumate da chi, da cittadino, ha dimenticato l’antico rapporto con la terra!

Franco Zunino
        SEGRETARIO GENERALE AIW