Liguria: Cacciatori, duemila in piazza - (26/11/2013)
Genova - Impegno a difendere al massimo il calendario regionale venatorio in vista della sentenza del consiglio di Stato, attesa per domani, che si esprimerà nel merito della prima richiesta di sospensiva presentata dalle associazione ambientaliste. E accanto l’individuazione di tutte le azioni possibili per consentire la riapertura dell’attività venatoria e un’opera di pressione sulla Conferenza delle Regioni affinché intervenga presso il Governo per rafforzare la competenza regionale in materia e ripristinare la certezza del diritto.
Sono questi i punti su cui l’assessore alla caccia della Regione Liguria, Renata Briano si è impegnata ad intervenire questa mattina nel corso dell’incontro con una delegazione di rappresentanti nazionali e regionali di cacciatori. «Serve una maggiore certezza di lavoro per le Regioni – ha detto al tavolo l’assessore Briano - e dove è il caso modificare la normativa nazionale per rimetterci nella condizione di lavorare serenamente nel rispetto delle leggi e nella certezza del diritto. E a questo proposito domani, sulla base di ciò che dirà la sentenza del consiglio di Stato, noi ci muoveremo per ripristinare il diritto dei cacciatori di riprendere l’attività nel più breve tempo possibile».
Nel corso della riunione le associazioni dei cacciatori, che in migliaia si sono presentati in piazza De Ferrari sotto il palazzo della Regione per protestare contro l’ennesimo stop imposto da un Tribunale (in questo caso il Consiglio di stato) al calendario venatorio della Liguria, hanno fatto presente «l’importanza di un calendario venatorio rispettato da tutti con una valenza annuale che dica chiaramente come si svilupperà la stagione».
L’assessore Briano ha garantito comunque che tutte le azioni che la Regione intende assumere verranno adottate di comune accordo con i consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza e a questo proposito domani, in consiglio regionale, verrà presentato un ordine del giorno in modo da garantire il diritto dei cacciatori a riprendere l’attività e far pressioni sul Governo per intervenire sulla legislazione, in modo da rafforzare la competenza regionale.