Direttiva armi, la Commissione prende di mira
cacciatori e tiratori sportivi - (12/11/2014)
Bruxelles studia come cambiare le norme in materia di acquisto e possesso legale. Protestano gli utilizzatori di armi civili: "Si combatta il traffico illecito"
Sull'obiettivo è impossibile discutere: "Proteggere i cittadini e smantellare il traffico illecito" di armi da fuoco. Così si intitola la comunicazione adottata dalla Commissione europea lo scorso ottobre per ridurre i reati commessi in Europa. Ma sui contenuti di quel compendio di "suggerimenti" con cui l'esecutivo Ue propone di mettere in campo un'azione più decisa sul tema, si sono scatenate non poche polemiche. A scendere in campo è in particolare chi con le armi da fuoco legali fa sport o lavora ogni giorno, come cacciatori, tiratori sportivi e commercianti di armi civili, che in occasione della tavola rotonda sulle armi da fuoco legali, organizzata al Parlamento europeo, hanno fatto sentire la loro voce.
A livello europeo già esiste una Direttiva sulle armi da fuoco, adottata nel 1991 ma profondamente emendata e modificata nel 2008. Uno strumento recente, non ancora trasposto correttamente nelle legislazioni nazionali da tutti gli Stati membri. Questo è un primo motivo di perplessità tra gli addetti ai lavori. "La direttiva rifletto un largo consenso politico" ed è "il sistema più rigoroso e più efficace del mondo", fa notare Yves Gollety, Presidente di Aecac (Associazione europea dei commercianti di armi civili).
"Bisognerebbe lasciare agli Stati membri il tempo di adattarsi alla nuova direttiva invece di modificarla di nuovo", chiede ricordando che ad esempio in Francia l'applicazione della direttiva risale a luglio 2013.