La Stampa Regione Piemonte
 
 
 
PIEMONTE: Oggi al via la caccia in montagna - (23/09/2013)
Nel mirino cinghiali e camosci

Prende il via oggi all’alba, nel comprensorio alpino, la caccia agli ungulati. Nel mirino dei 190 cacciatori cinghiali, caprioli e camosci: in montagna la stagione si apre con due turni in ritardo, dopo stop del Tribunale amministrativo regionale, che aveva accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste. Queste ultime, però, annunciano nuove iniziative per fermare i cacciatori.

Le doppiette si augurano che la stagione venatoria prosegua regolarmente, senza più nessuna interruzione, per non vanificare gli obiettivi dei piani selettivi di abbattimento. «Sono contento per l’epilogo della vicenda - spiega Cleto Canova, presidente del comparto alpino . Ci sono state due giornate perse, ma mi auguro che la Regione ci autorizzi a recuperarle, anche per non creare disparità di trattamento nei confronti di quei cacciatori che hanno a disposizione 6 uscite consecutive». Sempre in montagna il 2 ottobre prenderà il via la caccia alla fauna alpina: coturnice, lepre variabile, fagiano di monte e pernice bianca.
EnalCaccia-Nazionale
 
LA CONSUETA GRANDINE DI RICORSI DEGLI AMBIENTALISTI CONTRO I CALENDARI VENATORI. CONSIGLI UTILI AI NOSTRI RAPPRESENTANTI - (21/09/2013)

 
 
Cari amici,
la Presidenza Nazionale è stata buon profeta nel prevedere una grandine di ricorsi - con annesse richieste di sospensione (cautelare) - dell’efficacia avverso le delibere delle Giunte Regionali sui calendari venatori.

Da quello che abbiamo potuto finora appurare, hanno avuto esito a noi favorevole le denegate sospensive del calendario venatorio per la Liguria e per l’Abruzzo, ove peraltro la nostra Associazione  è intervenuta “ad opponendum”, coadiuvando cosi le memorie difensive delle Giunte resistenti. Il caso Piemonte merita una citazione a parte, in quanto il TAR ha accolto  la sospensiva rendendo inefficace il calendario approvato dalla Giunta. Quest’ultima  ha però provveduto ad emanare un nuovo provvedimento che ripristina la possibilità di andare a caccia, salvo che una nuova impugnativa riporti alla situazione di sospensione l’attività venatoria nella predetta Regione. 

Si sono invece determinate condizioni negative per i cacciatori in Campania, Sardegna e Lazio, in quanto i rispettivi TAR hanno accolto le sospensive.

Si è avuto modo di notare la non completa efficacia delle raccomandazioni formulate in precedenza ai nostri Dirigenti, cioè di assecondare con la loro esperienza venatoria i lavori delle competenti Giunte Regionali. Infatti  si continua spesso a dare appiglio ai motivi di ricorso mediante lacune – talvolta elementari – sia di ordine formale sia di ordine sostanziale, che portano a decisioni giudiziarie sfavorevoli al mondo della caccia.

In primo luogo bisogna attivare i responsabili della Regione ad emanare i provvedimenti concernenti i calendari venatori e le deroghe molto per tempo rispetto al termine ultimo fissato dalla L. 157/92, in maniera da far decorrere i termini  di impugnativa ben prima dell’inizio della stagione venatoria. Solo così si avrà modo di influire sulle memorie della parte resistente (Regione) e produrre memorie proprie “ad opponendum” come Associazione Venatoria riconosciuta.

Un Presidente di TAR al quale avevo chiesto chiarimenti circa la ritardata fissazione della Camera di Consiglio  (per la discussione della istanza cautelare in sede collegiale) rispetto al decreto monocratico di sospensiva, mi ha risposto facendo presente  che la trattazione - fissata nel caso di specie ex art. 55 comma 5° c.p.a. – è stata disposta a tutela  del diritto di difesa della Giunta Regionale (perché occorre osservare il decorso di giorni 20 dal perfezionamento dell’ultima notificazione del ricorso). Tuttavia ha aggiunto che, trattandosi di un termine dilatorio a tutela dell’Amministrazione Regionale, questa ben avrebbe potuto rinunciarvi con istanza di fissazione anticipata della Camera di Consiglio, in modo da non frustrare le sue ragioni come parte resistente in caso di rigetto della domanda cautelare. Senza contare che in un altro caso specifico la fissazione della Camera di Consiglio è stata fissata addirittura a metà marzo del successivo anno 2014 (a caccia ormai defunta!).

Da ciò si desume che la dirigenza locale dell’Enalcaccia deve farsi parte ancora più attiva per recuperare i periodi di caccia che si perdono per effetto di provvedimenti giurisdizionali sfavorevoli. Occorre infatti tener sempre presente che gli ambientalisti propongono i loro ricorsi in maniera sistematica e ostruzionistica, per non dire “scientifica”.

Va rilevato che  talvolta  la palese superficialità di  amministratori è contestabile già in rito, perché a volte si omette addirittura di menzionare che è stato sentito l’ISPRA (il cui parere, pur non essendo vincolante, deve essere obbligatoriamente acquisito).

Ovviamente per disattendere tale parere l’atto amministrativo deve contenere motivazioni ben elaborate, a ciò provvedendo con l’ausilio della consulenza di Commissioni di esperti cacciatori appartenenti alle locali AA.VV. che avranno modo di individuare i limiti e i difetti delle argomentazioni dell’ISPRA nei pareri di specie.

Non va sottaciuta inoltre la possibilità di appellare la sospensiva – se accordata - direttamente al Consiglio di Stato (entro 30 gg dalla notificazione dell’ordinanza o 60 dalla pubblicazione) al fine di vanificare il provvedimento cautelare di primo grado.

I richiami, sia pur succintamente rappresentati, costituiscono la base di un agire diligente e fattivo che i nostri rappresentanti locali devono continuamente porre in essere per far sentire alle Autorità amministrative la loro presenza e il loro valido supporto, in attesa di poter raccogliere i frutti di una normativa aggiornata che ponga su un piano di iniziale equità le parti portatrici di interessi contrapposti (cittadini cacciatori e associazione ambientalista) oggi trovantisi  processualmente in una situazione di evidente non equilibrio.
  

Roma 21 settembre 2013

IL PRESIDENTE NAZIONALE CARDIA
EnalCaccia-Nazionale
Italia e Regioni

 

Cresce il consenso degli italiani verso la caccia [17/09/2013] - (21/09/2013)

 

PUBBLICHIAMO UNO STRALCIO DEL COMUNICATO DELLA COLDIRETTI SULLA RECENTE RICERCA SVOLTA DA ISPRA SUL TEMA “GLI ITALIANI E LA CACCIA”.

 

Il 56 per cento degli italiani è favorevole all’attività venatoria se legale e cioè normata, limitata, responsabile e sostenibile.

 

Il dato sintetizza i risultati di un’indagine demoscopica svolta nel 2013 da AstraRicerche per il Comitato Nazionale Caccia e Natura (CNCN), Face Italia e Arcicaccia. Lo studio, presentato a Roma, è stato realizzato nella prima decade di giugno 2013 tramite 2.025 interviste (per circa la metà on line e per l’altra parte telefoniche) effettuate ad un campione rappresentativo degli Italiani. In coerenza con i dati della ricerca, va rimarcato lo stretto rapporto esistente tra caccia e agricoltura che, al di là della comune adesione ad un modello culturale omogeneo, si consolida nell’ambito della promozione dell'economia rurale di cui proprio la caccia può costituire una componente essenziale, specie recuperando le proprie responsabilità nella difesa dell'ambiente.

EnalCaccia-Nazionale Regione Piemonte

 

SVILUPPI SITUAZIONE CACCIA IN PIEMONTE: NUOVO CALENDARIO VENATORIO - (20/09/2013)

 

La Giunta Regionale del Piemonte ha emanato un nuovo provvedimento deliberativo del Calendario Venatorio essendo stato il primo provvedimento sospeso con ordinanza del TAR.

Ovviamente si ritiene che la LAC e gli altri ricorrenti impugnino anche la nuova delibera della Giunta.

Pubblichiamo la Delibera della Giunta Regionale Piemonte sul nuovo Calendario Venatorio.

Delibera del 20/09/013 

ONTuscia.it Regione Lazio

 

Tar Lazio sospende calendario venatorio per diverse specie - (20/09/2013)

 

REGIONE – (m) Davvero una brutta sorpresa per i cacciatori laziali. Il Tar ha ritenuto fondate le critiche mosse da sei associazioni ambientaliste al calendario venatorio e alle regole dettate per la stagione 2013/2014 dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti, e sospeso gli atti impugnati.

Esaminato il ricorso presentato da Lav, Lac, Enpa, Lipu, WWF e Legambiente, è stato stabilito che i provvedimenti regionali presentino difetti di motivazione e siano stati varati dopo un’istruttoria carente, vista anche la documentazione presentata dall’Ispra.

E’ stato quindi sospeso il calendario venatorio per diverse specie di uccelli (fagiani compresi) e per la lepre. Bisognerà attendere il 12 dicembre per la discussione del ricorso nel merito. In Regione intanto si stanno adottando dei provvedimenti conseguenti.