Ancora il presidente Giampiero Sammuri su DDL riforma 394 - Il capitolo caccia nei parchi - (26/09/2013)
Il presidente di Federparchi accoglie la disponibilità a un confronto di merito sulle modifiche manifestato dall'associazione nazionale personale aree protette e dall’Aigap, l’associazione Italiana guardie dei parchi e delle aree protette (25 Set 13).
Il presidente di Federparchi-Europarc Italia Giampiero Sammuri accoglie la disponibilità a un confronto di merito sulle modifiche alla 394 manifestato dall'associazione nazionale personale aree protette e dall'Aigap, l'associazione Italiana guardie dei parchi e delle aree protette.
Ecco come risponde Sammuri alle considerazioni e alle preoccupazioni manifestate dopo il voto del Senato sulla procedura di urgenza riguardo alla legge di riforma.
"Devo in premessa fare una precisazione – attacca Sammuri - riguardo alla approvazione della procedura d'urgenza da parte del Senato. Per dirla in parole semplici il Senato si occupa velocemente dell'argomento, ma non è vero che non possono essere presentati emendamenti. Quindi il testo può essere modificato, anche in maniera consistente, prima di essere approvato. Va da sé che dopo l'iter in Senato il decreto verrà trasferito alla Camera (dove può essere ulteriormente modificato) prima di tranisitare nuovamente al Senato. Quindi tempi e modi per discutere e modificare esistono; stiamo parlando di diversi mesi come minimo.
Per Federparchi il fatto che il parlamento – pur sotto pressione per la situazione economica e quant'altro – senta il bisogno di occuparsi velocemente di parchi è una cosa positiva. Poi c'è un problema di contenuti sui quali ovviamente la discussione è aperta. Come già spiegato in più occasioni Federparchi condivide alcune cose (molte) ed altre no (poche) ed è vero che su alcune di quelle che non condivide Federparchi non ha avuto la forza per farle modificare. Questo è dipeso, a mio giudizio, anche dal fatto che il mondo che è molto interessato ai parchi non si è presentato compatto a chiedere certe modifiche. Qualcuno ha pensato, legittimamente, di rifiutare la modifica in quanto tale e di non associarsi a noi o ad altri almeno per sostenere quei cambiamenti che potevano essere condivisi.